martedì 12 novembre 2013


Mototurismo - Novembre 2013


Un viaggio è un pò la realizzazione di un sogno
Si sogna quando si riposa
E noi motociclisti riposiamo in inverno
Stiamo per iniziare a sognare nuovamente,
cosi che possiamo impegnarci
per realizzare il nuovo sogno,
un nuovo viaggio , una nuova esperienza.
Il vento soffia ancora.
E noi , come lui , non ci fermeremo !

venerdì 23 agosto 2013

Never Say Never


…..Dormi Gisella ?
Eh ? cosa ? si, cioè non più……….no, non ancora.
A che pensi ?
Mille cose, difficile dirtene una in particolare.
Tu provaci, io ti ascolto.
Sembra ieri che lasciavamo questa casa per partire per l’Iran, ed ora, dopo tre settimane e
 13700 km siamo qui e tutto pare essere finito.
Perché finito ? Ci sta un po’ di tristezza ma è proprio ciò che ti lascia addosso un viaggio il vero
Tesoro del viaggio stesso, non credi ?
Si certo, ma sembra tutto così lontano ora.
Tutto le persone, i luoghi sembrano solo parte di un sogno.  
E perché non provi a raccontarmi cos’hai sognato allora………..magari ti sembrerà più vero…..

Ho sognato che partivamo, da Torino, alla volta dell’Iran, anzi, a dire il vero volevamo arrivare
esattamente a Persepolis, nella parte sud Orientale dell’Iran.
Noi due, in moto, come sempre, come tante altre volte.
ci siamo alzati una mattina, scalciando le lenzuola del nostro letto di casa, e ci siamo catapultati
in garage, come due bambini la mattina di Natale per vedere i doni appena ricevuti.
Ci siamo vestiti, indossato il casco, poca roba nei bagagli, tanto non ci serviva altro,
sapevamo di avere tutto ciò che ci occorreva grazie alla presenza dell’altro.
Siamo usciti dal nostro piccolo paese di provincia, alle porte di Torino e, senza mai abbassare lo
sguardo di fronte ad un benché minimo timore, abbiamo viaggiato per ore, per giorni, lungo quella
strana linea che ci siamo fissati a mente sulla cartina.
Abbiamo attraversato tanti stati, la Slovenia, la Croazia, la Serbia, la Bulgaria, l’infinita Turchia ed infine l’Iran. Siamo scesi verso sud, arrivando ad Eshfan e li ci siamo fermati due giorni per visitare la città.
Mi hai portato fuori la sera, io ero vestita in modo ridicolo, cercando di essere più simile a loro
mi sono conciata come una danzatrice del ventre e tu mi prendevi in giro.
Mi hai portata in piazza, era immensa, c’era tanta gente che giocava, le fontane erano illuminate e la temperatura faceva venir voglia di restare fuori tutta la notte.
Abbiamo passeggiato a lungo, sino ad arrivare oltre la mezzanotte in strade buie, soli tu ed io, ma senza mai aver paura.
Volavamo sulla nostra moto, una splendida Aprilia Caponord che filava come il vento senza mai darci un problema. Siamo arrivati a Persepolis, faceva caldo, tanto caldo, ma a noi sembrava quasi non dare fastidio.
La gente del posto ci avvicinava, ci filmava, ci fotografava, quasi come se fossimo noi la vera attrazione del luogo piuttosto che Persepolis. Che meraviglia quel luogo, quanta storia in quelle mura, i quelle sculture.
Ho sognato di sedermi con te in cima alla collina che sovrasta quei resti e di guardare il sole.
Ho sognato quel sole, lo stesso che da li a qualche giorno avremmo rivisto tramontare insieme in cima al Monte Nemrut, sud del Kurdistan in Turchia.
Quel sole l’ho sognato talmente tanto che a volte sembrava mi scottasse le mani, mi cuocesse il naso.
Ho sognato che siamo riusciti a fare tutto il viaggio senza aver problemi. Tu pensa che, matto come sei, prima di partire hai voluto montare le ruote tassellate su una moto con cerchi da 17”, e poi, sempre perché sei un po’ matto, ti sei messo in testa di riportarli a casa…………senza cambiarli……..malconci ma sempre loro.
Ho sognato decine di persone, che tu definisci nostri amici, firmarci la moto con un pennarello giallo.
Li ho visti inchinarsi e lasciare i loro nomi in Farsi sulle borse laterali, sul serbatoio e persino sul tuo casco.
Ho sognato alcuni che scrivevano delle preghiere sul tuo casco, un poliziotto ad un check point che,
definendosi anche lui tuo amico, ha voluto firmare la borsa.
Ti ho visto piangere perché eri stanco ma ti ho visto ridere perché eri felice di essere stanco.
Ti ho visto schivare ostacoli, frenare bruscamente di fronte al traffico impazzito delle città Iraniane, ma soprattutto ti ho visto che mi riportavi a casa con te, sempre e come sempre.
Ho sognato persone che dicevano sarebbe stata una pazzia, che non ci saremmo MAI riusciti, e tu che rispondevi loro ….” Mai dire mai”….
Ho visto che, arrivando a casa, parcheggiavi la moto in garage, lo stesso che alcune settimane prima chiudevi alle tue spalle.
Ti toglievi il casco, ti avvicinavi a me e dandomi un bacino mi sussurravi “ Grazie Gisella, sono molto orgoglioso di quello che hai fatto, sei coraggiosa e forte, sei un parte di me, una parte importante di me “.
Quando fai dei sogni così belli, al risveglio ti resta solo il rammarico che non si avvereranno mai……

A meno che…………non si tratti di un sogno ……
Mai dire mai………….Never Say Never………
Ora dormi, questo sogno ti avrà stancato…..

Notte Gisella……

Notte Gianni…..

                   Dedicato a Gisella

Un grazie a chi ci ha seguito durante questo viaggio,

Un grazie al gruppo Piaggio, agli amici Antonio e Marcello di Pontedera,

Un grazie a chi ci ha supportato in qualche misura,

Un grazie a Sandrine e Daniele, miei amici da poco tempo ( purtroppo ) ma per sempre ( per fortuna )

 Un pensiero tenero a Elena e Giorgia

 Un grazie a mio zio, che un anno fa partiva per un grande viaggio.
Un viaggio infinito, come infinito è stato il suo esempio per me.
A te zio, al quale ho chiesto di seguirmi, a te che se fossi qui mi diresti “ bravo Giuanin “…..grazie.

Numeri & Informazioni

 13700 km

721 km/ giorno ( media totale )

805 km/giorno ( media in movimento )

Moto utilizzata: Aprilia Caponord MY2013

Consumo medio 14.3 km/l

Costo del carburante in Iran 0,20 €/l

Costo di una settimana ( 8 giorni / 7 notti ) in Iran …..400€ ……….senza mai farsi mancare nulla

Stati attraversati: Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran……….e ritorno

Fusi Orari 2,5

Pneumatici utilizzati: Continental TKC 80 ( Un unico set…………………..)

Foto, immagini, filmati effettuati da Gisella ( a breve sarà pronto il DVD )

Testi, prodotti da Gianni


Conclusioni e saluti

Perchè scriviamo un blog ?
Già, me lo chiedo anche io ogni tanto.
Forse perché mi fa star bene cercare di trasferire le mie emozioni.
Forse perché è giusto che in un paese dove i blog sono vietati dalla legge, gli accessi ad internet sono controllati, la gente finisca in prigione o peggio ancora torturata e poi uccisa solo perché manifesta la propria opinione…………ci sia qualcuno che porti al mondo la verità, magari solo la mia verità, ma in qualche misura ….una verità.
Per questo ho scritto, anche quando il nostro blog era bloccato dal controllo Iraniano.
Per questo dico a tutti i miei nuovi amici Iraniani………..non mollate, non mollate mai di essere ciò che siete.
Perché siete persone, perché avete un cuore grande, perché il mio mondo non è diverso dal vostro,
perché il nostro mondo sia una cosa sola, fatta di strette di mano, di sorrisi, di culture, di religioni, di modi di fare, di colori della pelle, di lineamenti, di lingue e di tradizioni.
Tutto magari diverso, ma tutto legato ad un solo modo di essere………….quello che io preferisco, quello che vi auguro ………….libero !

 Il blog finisce stasera,
ma magari Gisella sognerà di nuovo……….
Ed io cercherò di esserci……..per poterla far sognare nuovamente………..e con lei…….voi tutti.

 Notte.

 Gisella e Gianni










THE END.....

giovedì 22 agosto 2013

Salam a lec ...um

Oramai prossimi a casa, dopo due tappe da 1000 km ognuna, rientriamo in Italia.
Ci fermiamo a fare benzina all'autogrill, e ritroviamo le nostre consuetudini e le nostre
normalità...
I famosi bagni, la crema di caffè, il caffè corto, lungo, in vetro ecc......
Ma sopratutto troviamo loro...........i turisti Italiani.
Quanto siamo diversi .............ma quanto davvero..........
Ecco un breve parallelismo fra noi e loro.
Io scendo dalla moto magro e rinsecchito dopo 13000 km di strada ed un numero
 illimitato di pasti saltati.
Lui scende bello rubicondo dall'auto, tutto sudato, con la t-shirt che non riesce a coprire la
 pancia, i pantaloni a pinocchietto e le ciabatte ancora sporche di sabbia.
Gisella, ancor prima di togliere il casco, presenta un sorriso che spacca in due il mondo.
Lei, triste, incazzata e stufa, scende dall'auto, respira quell'arsura che per noi è aria fresca
di montagna e stizzita si getta dentro l'autogrill alla ricerca di un panino Icaro che si farà
 scaldare e di una coca cola.
Gisella, entra in bagno e quando esce è esterefatta.................bellissimi, pulitissimi...........
Lei, schifata di cosa trova, litiga con gli addetti in quanto ritiene i bagni....inservibili.
Gisella, presenta una abbronzatura a macchie di leopardo, il naso cotto dal sole Iraniano
e le mani di color cioccolato,il resto del corpo è verde come un sedano........
Lei, cotta dal sole e da tre settimane di tortura, pare un kebab cotto alla graticola.
Lo scopo delle vacanze di Gisella.............vivere un'esperienza unica che resterà nel cuore
 e nella mente per sempre.
Lo scopo della vacanza della turista............vivere un'esperienza agghiacciante che lascerà
le tracce solo sul corpo per al massimo una settimana..................sino a quando
 l'abbronzatura da esibire in ufficio resisterà.....
E' solo una questione di cosa si cerca nella vita.......tutto lì.........
Se vuoi essere felice, vivere, conoscere ed imparare........................viaggia.
Se vuoi apparire...................siediti al sole, ogni tanto spruzzati un pò di acqua abbronzante
sul viso e soffri.
Siamo in Italia, ormai ad un passo da casa.
Dopo due tappe da 1000 km l'una ci siamo presi una serata di "ferie".
E dopo tre settimane passate a sentirci dire.............Salam a lecum.....
Ora, il Salam......oltre al lecarmelum.......me lo magnum............
Siamo a San Daniele nel Firuli................buon appetito a tutti !!!
Domani si rientra, tempo di una doccia e poi mi metto al lavoro,
ho un fracco di cose da dirvi,
non perdetevi l'ultimo post.

Gisella e Gianni


martedì 20 agosto 2013

Prima o dopo, quel momento arriva per tutti....

Se si vuole visitare un paese lontano, occorre viaggare,
spostarsi molto e magari velocemente,
preferire le autostrade, magari noiose, alle belle strade di montagna con curve
mozzafiato,occorre decidere se si vuole arrivare in tempo alla meta oppure perdersi
in lungaggini per strada,occorre spesso fare rinunce e definire il passaggio in alcuni
luoghi, un solo trasferimento.
Per chi come noi fa molta strada quindi, la strada stessa diventa il termometro di
come stia cambiando il tuo modo
di essere e di vivere, esattamente perchè ti devi adeguare a ciò che ti sta intorno.
Quando ti sposti partendo da casa, come nel nostro caso, il cambiamento è molto
 pìù graduale e soft.
Inizi ad accorgerti che qualcosa è cambiato quando superi il cartello che identifica la
 separazione fra Europa ed Asia.
Ohhhhh........senti che bella la melodia cantata dai Muezzin per richiamare il popolo
alla preghiera......
Dice Gisella al nostro arrivo a Edirne, estremo Nord West della Turchia.
Ti sembra di essere già in un altro mondo, che tutto sia positivamente diverso dal
 tuo e ti senti anche un pò esploratore.
Ma si tratta solo di una illusione che a volte tradisce o meglio cambia, e di molto,
se invece di viaggiare da Ovest a Est inverti la rotta,
esattamente come stiamo facendo noi da giorni.
Siamo ormai prossimi all'uscita dalla Turchia, quell'estremo Nord West che alcuni
giorni fa ci sembrava estremo Oriente....
ora invece.......nonostante manchino ancora 2000 km al nostro arrivo,
quasi ci vien voglia di preparare le chiavi di casa tanto ci sembra tutto così
nuovamente Europeo.
Poco fa parlavo di termometro in grado di dirci quanto stia cambiando il mondo
 attorno a noi km dopo km.
Per chi, come noi, è più abituato alla corsia di sorpasso di una autostrada piuttosto
che la corsia di un Outlet affollato,uno dei luoghi che più di altri ci pare di
conoscere come, o forse meglio di casa, è l'Autogrill........o per meglio dire,
l'area di sosta e rifornimento carburante..............si, così va meglio.....
Quelli Italiani, o europei in genere, li conoscete bene o male tutti.
I nostri sono spesso pessimi al contrario di quelli Austriaci o Svizzeri che quasi ti
vien voglia di mettere le pattine per entrare.
Entrando in Turchia qualche piccolo cambiamento in effetti già si nota, scompare
 il caffè macchiato, il caffè lungo, il doppio, il corto,quello in vetro, ecc ecc.
Compare il Cay, il the del quale ho già parlato, ed il caffè Turco.
Buonissimo secondo il mio parere !
Basta avere l'accortezza di non mescolare e attendere per berlo.
 Il rischio, altrimenti, è di ingurgitare una polpetta di fango.
Ma è superata la zona, definiamola turistica, ovvero di Instambul, Ankara e
la Cappadocia che qualcosa davvero cambia.
E mano a mano che i km alle vostre spalle aumentano, vi accorgerete di quanto si
 stia modificando il modo di fare delle persone.
Già.............tanti km........tanti giorni..........
E prima o poi, quel dannato, fatidico, momento............arriva per tutti..............
Devo andare in bagno !
..............Ora, essendo questo un blog democratico, penso sia onesto
raccontare le cose come stanno davvero.........
ma rendendomi anche conto che potreste leggerlo in prossimità dei pasti.............
avviso, i lettori che gli argomenti da quì trattati,potrebbero essere NON adatti ad
un pubblico sensibile........
Mi scapperebbe la cacca dicevo............
E dopo alcuni giorni passati ad accumulare strati di kebab, ritengo necessario dare
libero sfogo alle necessità.
Non fosse altro perchè potrò mica tenere tutto per ben tre settimane e riportare tutto
quanto a Casa ????
Bene, inizio quindi il dettagliato resoconto descrivendo un tipico bagno Curdo,
o peggio ancora Iraniano, ma prima una piccola premessa:
Quelli Siberiani ...........sono peggio !
Come prima cosa, non occorre essere un genio per comprendere come mai,
quell'aggeggio piatto, posto a livello pavimento, di colore bianco ( da nuovo ),
con un buco al centro e due pedane per i piedi .....si chiami Turca .....
So bene che, in particolare alcune donne, la preferiscono per motivi di igiene
 ma anche loro potrebbero cambiare idea.
Nei bagni dei paesi mussulmani, dopo aver fatto ciò che si deve fare,
ci si pulisce con la carta ( come da noi ) ma NON la
si getta nel buco................bensì in un secchiello posto nelle vicinanze.
Nei bagni dei paesi mussulmani, NON si tira l'acqua, bensì di norma troverete
una caraffa, posta sempre nelle vicinanze
( tutto relativamente comodo all'uso ) sotto un rubinetto quasi sempre aperto,
 che traboccando acqua da tutte le parti, rende il pavimento allagato, ma vi consente
di afferrare la caraffa e vuotarla nel buco..........della Turca.
In Iran invece.................non ci si pulisce nemmeno con la carta....................non c'è !
Quindi......viva la fantasia !
Un aiutino ?
Murales per esempio !
Ora, cospargendomi il capo di cenere dalla vergogna, abbino quanto sopra detto,
a quelli che io definire miei limiti.
Da sempre NON riesco ad utilizzare un Turca a meno che non rimuova
completamente i pantaloni e le mutande......il rischio,presto detto, è quello di
riempirmi tutto.
Quando quel dannato momento arrivò quindi, fermai la moto, scesi ed iniziai
un prespogliarello nel parcheggio esterno.
Gisella già rideva, vedendomi il leggera difficoltà dettata dall'urgenza del momento.
Resto in maglietta, pantaloni da moto ( che chi ha un pò di dimestichezza sa che
nascono per proteggere in caso di caduta e non per essere sfilati agevolmente ) e
stivali da moto...................HHAAAARRRRGGGGGGG...........gli stivali da moto .......!!!!!
Entro in bagno, anzi permettetemi, in quel cesso di bagno.
Per terra due dita di acqua ( forse acqua....), posiziono i piedi ben saldi sulle apposite
 pedane, mi slaccio i pantaloni, giù anche i boxer sino al livello degli stivali,
metto in bocca il pacchetto di fazzoletti di carta ( che userò dopo............era per
essere chiaro, scusate ),mi inchino, con la mano destra afferro il rubinetto dell'acqua
 ( quello della caraffa..... ), con la sinistra allontano i pantaloni in zona di
sicurezza.......
Un nugolo di mosche mi attacca il viso e la fronte sudata, non avendo più mani
libere, ruoto il capo verso sinistra con un gesto repentino
( un pò come fanno le mucche quando sono al pascolo ) abbasso per un attimo
 lo sguardo e mi accorgo di essere esattamente sulla verticale
del cestino....................si quel cestino.................quello che contiene la carta che
altri NON hanno buttato nel buco.............
Mi si stringe la gola, non riesco a deglutire...............ho i fazzoletti in bocca e non
 posso mollare la presa............
Insomma..................raggiungere l'Iran sarabbe stata una sciocchezza, se solo
soffrissi di stitichezza.......... 
Vi chiederete, ma perchè stasera questi discorsi ?
Ma come ? Anche questa è cultura ragazzi.
Anche questo è parte del viaggio, e magari una volta al giorno potrebbe farvi parte.
Quando scrivo il post per il blog, cerco di trasmettere quell'emozione che il viaggio
mi dà.
Se questa sera, dopo aver spento il computer, andrete tutti a prendervi un Geffer o
bere un Fernet............vuol dire che ci sarò riuscito.
O preferite che vi chiami tutti " Carlotta " ????

Gisella e Gianni




lunedì 19 agosto 2013

Pizza, Spaghetti e Baklava

Il giro di boa, quel punto immaginario che per noi era il nostro obiettivo, lo abbiamo
raggiunto giorni fa a Persepolis ed ora, non ci resta che riarrotolare il filo che ci tiene
legati a casa e così che, un passo alla volta, ci si senta meno navigatori e sempre più .....
turisti.
Un pò come stasera, quando arrivando Goreme, una delle bellissime cittadine della
Cappadocia, mi accorgo di essere immerso in un mondo che non mi appartiene e che per
certi versi non apprezzo.
La lingua più diffusa a Goreme, scopro stasera, essere l'Italiano.
Ma non quello studiato dai Turchi al fine di conoscere le lingue.
Bensì quello schiamazzato da turisti trasportati sin quì dalle ali del vento su di un
comodo aereo e poi, lasciati liberi di italianizzare tutto ciò che trovano.
"Carlotta........se non ti piace la pizza piuttosto lasciala stare e prendi un piatto di
spaghetti.........." dice un papà all bimba seduta,o meglio, svaccata, su una sedia del ristorante.
Carlotta ??????
Pizza ??????
Spaghetti ???????
Guardo Gisella, ancora incelofanata nei pantaloni stile AlìBaba............
d'altronde quelli ha e quelli tiene sino all'arrivo a Torino.
La guardo dicevo e, con aria malinconica, le ricordo di quando a Persepolis,
non trovando nulla di cui cibarsi, abbiamo acquistato del pane azimo e del formaggio splamabile.
" Gisella.............se non ti piace il pane azimo e lo yougurt di capra con acqua e sale............
puoi sempre ordinare un'ottima mozzarella di Cammella gravida............"
Esclamo io in risposta al papà che, nonostante stia cenando come al ristorante sotto casa,
 una volta arrivato a casa si vanterà di aver visto la Turchia.
Quella dura, difficile, quella dove i Curdi rapiscono i Cristiani e poi li sgozzano.
Per questo e non solo per questo, non amo molto parlare dei nostri viaggi una
volta rientrato a casa.
Perchè di norma va così:
Mi pongono la prima domanda..........." quindi, com'è andato il viaggio in Iran ?"
............oh bene, rispondo io, molto interessante.........dopodichè resto in attesa.....
A quel punto, senza nemmeno cercare di approfondire l'argomento,
il mio anonimo interlocutore inizia....
" ....eh si, anche io ho girato il mondo, sono stato in Tunisia ( Djerba, in crociera ),
in Egitto ( Mar Rosso, volo I° classe ) e poi....
rivolgendosi alla moglie e chiedendo quindi di dare maggior enfasi al loro racconto.............
anche in Russia, si abbiamo visitato la Russia....
siamo stati a Mosca.....
Che dire ?
Cosa vuoi rispondere ad uno così ?
che tu la Russia te la sei attraversata tutta e Mosca è solo all'inizio ?
Che in Tunisia, nel bel mezzo di una pista di sabbia ti sei smontato il carter della
frizione mentre Gisella cercava una duna dove, nel caso non fossi riuscito a riparare
 la moto, avremmo passato la notte ?
Che ti devo rispondere amico mio ?
Bello........! Bravo !
Non aggiungo altro, non mi va, non mi piace, mi godo nel silenzio dei miei ricordi tutte
le difficoltà ed i nostri piccoli traguardi.
Anche oggi, seppur in forma lieve abbiamo raggiunto un traguardo.
In Cappadocia ci eravamo già stati, l'anno in cui andammo in Siria e poi in Giordania  .......
.in moto si intende...........
Ma durante quel viaggio, proprio mentre uscivamo dalla Siria, mi accorsi che avevavo il
cardano della ruota danneggiato.
Fummo costretti a fermare la moto per alcuni giorni e raggiungere Ankara con mezzi di
fortuna.
Ma per non perdere nulla del viaggio, noleggiamo un scooter 50 cc con il quale
visitammo parte della Capadoccia.
Eravamo tremendamente inguardabili !
Vestiti come du motociclisti professionisti pronti ad attraversare il modo .....
seduti su di un minusculo motorino che non riusciva a superare le salite.
Beh...........oggi ce la siamo visitata in moto.............piccolo traguardo ma giustizia è fatta !!
Siamo ormai sulla strada di casa, quell'atmosfera orientale che ci riempiva gli occhi ed i
 polmoni ormai la trovi solo in forma turisticamente riprodotta nei negozietti di bigiotteria.
Noi i nostri piccoli e preziosi gioielli ce li siamo comprati nel bel mezzo del nulla,
sotto una tenda a ridosso del deserto.
Mi piacciono i braccialetti e quelli che ho acquistato hanno un valore pressochè nullo
in quanto sono solo corda e osso di cammello, ma per me valgono come l'oro.
E per sciglierli adotto sempre lo stesso sistema..... più lo strato di polvere sopra di essi è
spessa.....più significa che sono li da molto tempo !
Ora siamo davvero prossimi a quel punto dove, alcune settimane fa, il viaggio ebbe inizio.
Non per questo possiamo permetterci il lusso di abbassare la guardia, occorre essere
sempre al 100%.
Per questo, stasera, abbiamo festeggiato Gisella ed io.
Una cenetta ed un paio di birre, un caffè Turco io e 3 Baklave lei .......
Cos'è una Baklava ??????
Giusto, ve la descrivo.......
Un dolcetto tipico Turco.
Un lingottino che pare di plutonio tanto pesa, di miele, pistacchi e pasta sfoglia ........
tutto fritto nell'olio........
Un concentrato di zuccheri talmente elevato che quando te lo vendono, insieme alla
confezione, trovi anche:
l'indirizzo di un dentista, la richiesta del tuo medico per gli esami del sangue e l'accesso gratuito per 5 giorni in palestra.
Ma che ci frega.........in fin dei conti, un pò di festa, ce la siamo meritati...........
Quello che mi fa girare tremendamente i Keball è quando alla fine del pasto...........
sento il papà dire:
Carlotta, la vuoi una Baklava ?
..............ma no caro...........a Carlotta quella roba potrebbe far male al pancino........
Guardo nuovamente Gisella e lei, con un cenno, mi invita a non parlare.......
ma è più forte di me........
...................................TURISTI.............................FORTUNA CHE IO SONO ALADIN........IL COMPAGNO DI JASMINE..........
Domani si mette in moto il tappeto volante, la nostra Soraya, e si vola verso nord,
dove ?
.........che mi frega.......fin che c'è strada si va, fin che c'è energia si vola.
Gisella e Gianni


 
 
 
 
 
 

domenica 18 agosto 2013

Tramonti e Albe

Durante un viaggio, ancor più se fatto in moto, possono esserci momenti difficili,
dove la fatica inizia a farsi sentire e riaffiorano pensieri negativi.
Per fortuna non capita spesso, ma quando accade ti si stringe la gola e sembra che la
luce poco a poco ti lasci.
Il buio si impossessa di te e ogni cosa, che durante il giorno pareva essere stupendo
diventa d'un tratto.......parte delle tue paure.
Come un tramonto, che nella sua infinita bellezza lascia il posto alle tenebre.
Siamo fortunati noi tutti, perchè a loro volta le tenebre lasceranno posto ad un nuova alba
 e tutto tornerà a sorridere.
E' questo, che da millenni, vedono le statue poste sulla sommità del monte Nemrut,
a circa 2200 metri di altitudine.
E' quì che siamo Gisella ed io.
La salita al monte è possibile grazie ad un paio di strade poste sui differenti versanti
della stessa.
La prima è composta da un selciato in porfido, non esattamente un biliardo ma molto
 agevole.
La seconda, posta ad Est, è asfaltata solo sino ad un paio di km dalla fine dopodichè
 è sterrata.
Si parcheggia la moto e ci si incammina, per una salita di una mezz'oretta a piedi.
Occorre portarsi indumenti caldi se ci si appresta ad attendere il Tramonto
 in quanto al calar del sole, va da se che, anche la temperatura dell'aria cali drasticamente.
Se si desidera vedere l'alba invece, non ci sarà bisogno di farsi il nodo al fazzoletto per
 non scordarsi le maglie, in quanto, si parte intorno alle 2 del mattino....
Quando arrivi in cima non sei solo.
Ad osserave l'alba verso Est ed il tramonto verso Ovest ci sono le statue del Nemrut.
Un insieme di pietre lavorate millenni or sono raffiguranti un Re della Mesopotamia
 e i Dei che lui credeva suoi pari .......un po' come un noto personaggio della politica
 Italiana......
Un terremoto in epoche passate distrusse molto di quanto fatto dall'uomo,
riducendo il tutto in un ammasso disordinato di sassi
giganteschi.
Scoperto intorno il 1800 da un tedesco, il sito venne aperto e reso diponibile ai turisti
intorno il 1950.
Si tratta di uno dei luoghi più visitati della Turchia, o meglio, da chi ha quel pò di
 intraprendenza nel fare la salita al buio, se vuole assistere all'alba o la discesa, nel caso sia in cima per assistere al tramonto.
Sono secoli che quelle statue, graffiate dal vento incessante, cotte dal sole d'estate e
sfregiate dai solchi lasciati dal gelo invernale,
guardano dritto il sole sorgere e lo seguono fino a vederlo scomparire per la notte.
Sono millenni che il sole tramonta e poi risorge.
Ogni giorno, riappare per poi scomparire e lasciare l'uomo con le sue paure.
Le stesse che aveva l'uomo che fece costruire questo sito.
Le stesse che avevano gli operai che, a mano, scalavano la montagna per issare
 sulla sommità quel peso.
Talvolta anche noi dobbiamo scalare una montagna, seppur solo in senso figurato.
Anche noi abbiamo pesi enormi da trascinarci sulle spalle. Ci fa male lo stomaco e
 siamo piegati in due.
Pensiamo quasi di non riuscirci, di mollare .....
Ma non fà per me questo !
Mai mollare, mai desidestere !
E' vero, ho visto il tramonto ed ora è notte............ma questo non è altro che un attimo
di pausa che il sole si è preso per tornare ancora più splendente.
Sarà notte per poco,
perchè oggi, ormai è quasi domani,
perchè a volte ti accorgi che saper attendere, anche se fa paura, anche se non vedi
 più in la di un metro, ti farà vivere.
Perchè è proprio quando il buio è più buio ed il freddo più freddo che arriva lei,
l'Alba !
Gisella e Gianni




sabato 17 agosto 2013

Sanliurfa, fishing no kill........

Dodicesimo piano dell'hotel Nevali, un terrazza sulla città di Sanliurfa illuminata dalle luci della sera e resa viva dal frastuono dei clacson delle auto.
Siamo a pochi km dal confine Siriano, luogo che ci riporta indietro ai ricordi di qualche
anno fa quando l'abbiamo attraversata,chissà com'è cambiata ora a causa della mano dell'uomo..........

E' da questo luogo che vi scrivo, mentre il caldo della giornata, poco a poco, si attenua ed un leggero vento tiepido ci da sollievo e nel contempo asciuga un schiera di calzini, mutande e magliette.........non si fosse capito, abbiamo fatto il bucato....
Partiti stamane alle ore 7.30 dalle pendici del monte Ararat ( senza aver visto l'arca di Noè..........
cosa invece quasi certa secondole letterature ed il parere di Gisella ) scendiamo verso sud,
direzione lago  di Van.
Uno specchio d'acqua azzurro e verde, talvolta pare un lago montano, altre volte un
ricettacolo di plastica, bottiglie e spazzatura varia.
In alcuni punti la balneazione è interdetta, ma due metri più in la, gruppi di ragazzini
 nuotano e cercano refigerio in quelle acque all'apparenza trasparenti.
Siamo a 1800 metri di altezza ed il caldo inizava farsi sentire in tutta la sua inclemenza.
Ho appena esaurtito la scorta energizzante della mia RedBull consumata a colazione..........
Si lo so, i giovani la usano la notte in discoteca per stare svegli, io che di giovane forse
ho solo più l'acconciatura ( essendo ormai quasi calvo come lo ero da neonato ) mi "dopo" prima..............ovvero mi carico di energia per essere in forma durante le ore di guida.
Mi piace sentire il fresco di quella bibita chimica che scende in gola e mi sveglia il
 neurone.
Ma purtroppo, la sua durata è di circa un paio d'ore, dopodichè necessito di un caffè.
No caffè.......mi risponde il cameriere di un bar posto sulla riva del lago di Van,
solo Cay ( il tipico the Turco del quale, Gisella, va matta )
Una sorta di lava incandescente che con quasi 40°C di temperatura pare persin fresco....
Sarà solo il primo di una lunga giornata di Cay, dove, per prendere un caffè,
ovviamente Turco ho dovuto attendere la sera.
Il lago di Van, a dire il vero è più conosciuto per il famoso gatto che, guarda caso,
ha come nome " il gatto di Van".......che fantasia....
E' di colore bianco ed ha un occhio azzurro ed uno giallo........praticamente un semaforo....
Gisella mi spiega che è anche famoso in quanto ama nuotare.............
Un gatto che nuota ????
Riassumiamo...........
L'arca di Noè spalmata su una montagna......
Il gatto multicolor che nuota........
...........ogni tanto penso che mi prenda in giro............
Continuiamo il viaggio, sappiamo che la tappa di oggi ci porterà a raggiungere i
10000 km ( diecimila ) dalla nostra partenza da Torino e oggi ce ne spettano quasi 800.
La nostra meta è esattamente dove siamo ora, ovvero Sanliurfa, e perchè direte voi ?
La ragione è semplice.............eccola spiegata dalla fantasiosa mente di Gisella:
Abramo, considerato dalla religione Islamica un grande profeta, un giorno distrusse
dalla cttà tutte le divinità pagane.
Il re del'epoca, un certo Nimrod, lo fece punire, poendolo sulla sommità di pira funeraria
con al di sotto un grande quantità di carboni ardenti.
A questo punto...............il colpo di scena che tutti aspettavamo....................giusto ?
Il fuoco si trasformò in acqua ed i carboni in pesci ............
Abramo sprofondò quindi per tutta l'altezza delle pira cadendo in modo lieve su un
letto di rose............
Oggi quindi siamo quì per vedere un roseto ( esattamente uguale a quello che ha mia
mamma in cortile........) ed una vasca contenente dei pesci...........
Ma io dico..............
Vada per la barca sulla montagna........
Ok per il gatto che nuota.........
Ma essere costretto ad inchinarmi di fronte ad una Carpa...........
che per evitare casini devo pure far finta che sia Santa e guai a chi dovesse ucciderne
una in quanto diventerebbe cieco all'istante
........non vi sembra troppo ?
Sto al gioco !
Domani mattina visita all'acquario.........dopodichè ci sposteremo all'orto botanico
per il roseto...........e poi finalmente.................in moto !
Si sale al monte Nemrut...........e chi avrà voglia di sapere cosa troveremo,
legga il prossimo blog, lo scriviamo per voi.
Gisella e Gianni






venerdì 16 agosto 2013

Il mio Iran

Siamo seduti ad un tavolino fuori di un hostello che si affaccia dirtto dirtto sul monte
Ararat.....
Eh si, siamo rientrati in Turchia oggi pomeriggio.
Avremmo potuto scegliere altre frontiere, più comode rispetto il punto in cui ci trovavamo
 ma,rinunciare a ciò che questa montagna imponente ti può regalare,
non era nei nostri piani....
Quindi rieccoci !
Il mio amico cameriere, ovvero un tizio tutto nervi che si è innamorato dei miei sigari,
me ne "scrocca" uno dietro l'altro,
si potrebbe quasi dire che fuma come un turco.......ma potrebbe essere vero in due sensi.....
quindi mi limito a dire che mi sta costando più in sigari che per la cena.
Siamo soddisfatti Gisella ed io, lo siamo sempre, ogni giorno, metro dopo metro, perché
 come sempre detto,ogni metro, ogni istante, è un regalo che dovremmo tutti quanti saper apprezzare.
Oggi però lo siamo un tantino in più del solito.
Abbiamo portato a termine il giro dell'Iran, e siamo usciti dalla frontiera senza troppi
intoppi.
Nell'istante in cui si sono chiusi i cancelli metallici alle nostre spalle e ci siamo fermati
con la moto sul ciglio della strada per sistemare i vari documenti, ho riflettuto sul cosa mi avesse lasciato questa esperienza.
Intendiamoci..........il viaggio non è ancora finito, siamo lontani e abbiamo molte cose da
vedere.
Ma quella piccola componente di avventura, risiedeva interamente nell'effettuare il periplo
dell'Iran, mentre ciò che abbiamo
davanti ora, è davvero "solo" una vacanza....
Non esprimo quindi giudizi, mi limiterò a ripercorrere alcuni aspetti che mi hanno fatto
 riflettere, nel bene e nel male ed ognuno
di voi, se lo vorrà, potrà farsi un'idea di come il mondo che l'uomo ha creato sia, talvolta,
difficile da comprendere.
L'iran visto dai miei occhi è superlativamente bello e, nel contempo, incredibilmente
difficile per chi, questa terra la vive.
Un sorta di moneta a due facce.
E' arido, ma c'è tantissima acqua.
E' un altopiano che si sviluppa quasi per la sua interezza al di sopra dei 1000 metri,
ma è torrido come il sole.
Le donne sono bellissime ma sono costrette a vivere nascoste su se stesse da veli che
le ricoprono il viso.
Sono di gran lunga la popolazione più cordiale che io abbia mai incontrato durante i viaggi, ma al mondo risuonano come un popolo violento.
Hanno strade magnifiche, spesso a doppia corsia, ma i mezzi che usano sono antiquati.
Vivono in case fatiscenti ma non si staccano dal loro iPhone.
Non hanno nulla ma tutto ciò che hanno sono pronti a dividerlo con noi.
Insomma, guardando quel cancello chiudersi, pensavo alla mia libertà di muovermi,
di scrivere, di agire e di esprimere.
Pensavo a coloro, al di la del cancello che questa libertà non solo non la posso godere.....
neppure sanno che esista !
Alle porte delle case sono presenti due batacchi differenti.
Uno di forma circolare, l'altro somgliante ad uno stivale.
A seconda che a bussare sia un uomo o una donna, dovrà essere utilizzato il batacchio di
competenza al fine di avvisare chi si trova all'interno della casa relativamente al sesso della persona in attesa fuori dalla porta.
Sui Bus sono presenti due porte. Una utilizzata solo dagli uomini, l'altra dalle donne.
Gli uomini mangiano ad un tavolo e le donne ad un altro.
Nessuna donna, per legge, può liberarsi il capo dal velo.
Nel mio Iran ho visto donne bagnarsi al mare vestite.
In alcuni hotel c'era la piscina. Utilizzabile il pomeriggio dagli uomini e solo la mattina
 ( dalle 7.30 alle 9.30 ) dalle donne.
Sulle auto, stracolme di esseri umani, i sedili anteriori sono occupati solo da uomini.
Le donne si accomodano dietro, magari in 6 su un sedile
nato per contenere 3 persone.
Ho precisato prima che non avrei espresso giudizi, e non lo farò.
Sono culture, religioni, millenni di storia che determinano scelte, a volte per noi
incomprensibili.
Se c'è un qualcosa sul quale, la cultura o le differenti religioni poco possono fare,
 è la natura.
Ed è proprio in questo che l'Iran dimostra di essere una meta che vi consiglio di prendere
in considerazione.
E' esplosiva pur nel suo essere priva di tutto.
Come il lago salato nei pressi di Tabriz, estremo nord a ridosso del confine con l'Iraq.
Ti si inceneriscono gli occhi tanto è la luce del sole riflessa dal bianco del sale.
Stamane eravamo lì.
Sono sceso con la moto sino dentro, volevo che anche Soraya sentisse quell'emozione.
Mi sono tolto gli scarponcini, le calze e i pantaloni da moto.
Sono entrato nel lago ( Gisella no in quanto donna............)
Una emozione già vissuta in passato, nonostante questo, un qualcosa che sa di unico.
Così come il mio Iran.
Un luogo, una meta, che non definirei una avventura.
Quello lo è stata la Mongolia......
L'iran, magari potrei definirlo non proprio una passeggiata.......ma non un'avventura.
Difficile nel suo insieme a causa della poca recettività, della scarsità di servizi,
dell'assenza totale di luoghi dove cambiare denaro,dell'impossibilità di utilizzare carte
di credito, ecc ecc ........
Ma queste, permettetemi, sono solo cazzate.
Quando ti accorgi che, ogni qualvolta ti fermi, ci sono solo persone che sorridendoti
ti invitano a casa loro, ti offrono da mangiare,
ti offrono da bere, ti forniscono numeri di telefono, indirizzi e desiderano farsi fotografare
 con te.............ti serve davvero qualcos'altro ?
Il mio Iran è stato un momento della mia vita, intenso, importante e contraddittorio.
Lascio questo paese con un solo pensiero.......................tornarci !
Il viaggio continua.........si torna verso casa..........si "naviga" sulla parte sud della
 Turchia direzione lago di Van.
Il respiro del deserto ormai è lontano ma per fortuna mi basta aprire la borsa della moto,
rintracciare il barattolo di vetro riempito da Gisella, e toccare quella sabbia...........
lo sento ancora e mi piace sapere che mentre io vi scrivo, il vento da quelle parti
soffia forte, il serpente si aggira fra le dune alla ricerca di cibo, le stelle riempiono il buio
della notte come fuochi d'artificio e le persone che possono
ammirare quello, pur avendo mille privazioni di altro genere, hanno quello che io non ho
 .......o forse, non ho più........il mio Iran.
Gisella e Gianni

 





Gente che non ti aspetti

Auguri a tutti, oggi è ferragosto in quasi tutto il mondo........ salvo in Iran...
A causa di un differente calendario, in realtà ne hanno ben 4, oggi è il 24 Maggio del 1392.........
Non sono ubriaco, non ho fatto uso di stupefaceti e non sono diventato matto.
In Iran vi sono 4 calendari, il Gregoriano ( utilizzato esclusivamente per i rapporti con
l'estero ), Il solare Persiano ( ufficiale e di uso quotidiano ),
il calendario lunare musulmano ( per tutto ciò che concerne la vita religiosa ) ed infine il
calendario Zoroastriano ( per i seguaci della religione Zoroastriana ).
Ne risulta che, essendo quello ufficiale il Persiano, il nuovo anno inizia il 21 di Marzo
ed oggi, siamo a Maggio........
Tutto chiaro ?
Io non ci ho capito nulla nonostante abbia cercato di spiegarlo a voi....
La prima volta che abbiamo avuto alcuni dubbi è stato alcuni giorni or sono quando,
nel sorseggiare una CocaCola, Gisella ha intravisto la data
di scadenza sul retro della lattina.....
FERMOOOOOOOOOO, NON BERE !!!!!!
Scadenza intorno il 1394................
Per poco non mi si contorce lo stomaco nel leggere quella data.
La seconda volta, ed è quella che poi ci ha definitivamente innalzato il desiderio di
 informarci, è stata nel controllare i passaporti e scoprire
che siamo entrati in Iran il giorno, 17 Maggio del 1392...........
Passi per il non più troppo giovane..............ma sentirmi addosso il peso di più di 600 anni,
 un pò mi infastidisce.....
E dire che una tappa come quella di oggi, con 600 anni di età, sarebbe un record difficile
da battere.....
Partiti da Kashan stamane alle 7 ora locale, 4.30 del mattina ora Italiana, ci siamo diretti
verso il deserto, per un ultimo saluto.
Gisella collezziona con cura maniacale una serie di vasetti contenenti una manciata di
sabbia proveniente da tutti i deserti che abbiamo sin
d'ora visto, secondo voi poteva mancare quello Iraniano ?
Certo che no !
Quindi, con la moto carica come un cammello senza gobba, ci dirigiamo verso il lembo
del deserto più vicino a noi.
E' mattina presto e la temperatura risulta essere ancora accetabile.
La sabbia ha ancora addosso il fresco della notte e il deserto sembra svegliarsi mentre,
chi lo abita, ormai si è rintanato al fine di evitare il caldo
che da quì a poco si impossesserà dell'aria.
Mentre Gisella, ad un metro da me è intenta a riempire il minuscolo recipiente portato da
Torino appositamente per l'uso, io mi guardo attorno
 e cerco di metabolizzare gli ultimi istanti dell'aria del deserto.
Una cosa attira la mia attenzione.
Attorno ai miei piedi, per un raggio di circa 4 metri, vi è una solco, leggero ma continuo
di circa 5 cm di larghezza.
La sua geometria sinusoidale, armoniosa e discreta, termina in un foro nella sabbia, largo
anch'esso 5 cm o giù di li.
A un metro vi è la mano di Gisella che, seduta in terra come una bambina sulla spiaggia di
Alassio, gioca con la sabbia scegliendo accuratamente ogni singolo granello.
Gisella, alzati lentamente e vieni via di li !
Si, aspetta, non ho ancora finito........
Gisella, sei seduta ad un metro da un serpente !!
...............avete presente i cartoni animati di Willie il Coyote.............in particolare il
velocissimo Bip Bip...........ecco, questa è stata Gisella stamane.
100 metri in 9,8 secondi...........sulla sabbia............!! Record !!
Ad ogni modo il contenitore è stato recuperato e la sabbia è salva.
Gisella ha avuto il fiatone per circa mezz'ora ed il batticuore credo lo abbia ancora adesso.
Finalmente ripartiamo e siamo consapevoli di avere di fronte una tappa impegnativa.
Siamo diretti a nord, a pochi km dal confine Iracheno, ad un lago salato che sarà la nostra
 ultima tappa Iraniana prima del passaggio di confine con la Turchia.
Il caldo ci attanaglia la gola, gli occhi e le labbra.
Per la gola abbiamo scorte di acqua e integratori.
Per gli occhi, quello che ci regala il paesaggio circostante basta e avanza.
Per le labbra..................NO, NON LO DICO !!!
Facciamo soste ogni 200 km circa e ci sono dei momenti dove la stanchezza,
 unitamente al caldo soffocante, ci spingerebbe a isolarci nel
silenzio di un momento di pace assoluta.
In Iran questo non è possibile.
Si avvicinano a gruppi, iniziano a gardarti con aria sommessa, se tu saluti loro sorridono e
 la prima cosa che ti chiedono è
"where you come from ?"
Italy
"Welcome in Iran"
........da quel momento non c'è modo di staccarsi
Ho già collezionato più numeri di telefono e indirizzi di persone Iraniane che ci volevano
 invitare a pranzo di quante ne abbia di Italiani.
Durante una tappa odierna, una famiglia, dopo averci fatto decine di foto e omaggiato del
 numero di telefono ci ha regalato 4 limoni..........
Sono davvero persone speciali !
e non metto in dubbio che i limoni lo siano altrettanto........ma fra uva, meloni, angurie,
pesche e albicocche, perchè proprio i limoni ????
Siamo stanchi e ci rimettiamo in marcia, mancano ancora 300 km alla meta di stasera e
decidiamo di fare una utima sosta quando ne mancheranno circa 200 al fine di rifornire
carburante, berci uno yougurt di latte di capra con acqua e sale
( che insieme ai limone probabilmente mi permetteranno di andare nuovamente in bagno
 nel 2014......calendario Persiano ).
Così facciamo, e mentre io rifornisco di carburante, Gisella si reca alla toilette non prima
 però di intimarmi " e non attaccare bottone con nessuno,
dobbiamo ripartire immediatamente ".
Ho l testa china sul serbatoio della moto quando alle spalle sento:
"Hallo Mr. Where you from ?" 
Mannaggia la miseria............dico io ad alta voce. In realtà ho detto qualcosa di più colorito.
Mi giro e rispondo, Italy.
Un signore distinto, scuro di capelli, barba nera come quel Tale.......Bano........mi risponde
 in perfetto Italiano.
" Oh Italiano, io parlo bene Italiano ma non posso farlo perchè sono Iraniano "
A pochi passi dall'uomo ve ne è un secondo, ed in un attimo mi mettono con le spalle alla
moto.
Già penso alla cazziata che mi farà Gisella per l'ennesimo tempo perso.
I due iniziano a fare domande.
Da prima semplici, come tutte quelle ricevute sino ad ora.
Poi entrano nei dettagli.
Quando siete entrati in Iran ?
Dove siete stati ?
Dove andrete ora ?
Dove dormirete stasera ?
Avete con voi riviste o film occidentali ?
A quel punto mi sono ricordato dei racconti di Gisella, tratti dalle guide turistiche dell'Iran.
E' severamente vietato, o meglio, punito con la detenzione, importare riviste, immagini,
 film provenienti dall'occidente.
Non sono solo curiosi, penso io mentre faccio buon viso a cattivo gioco, sono agenti del
governo e stanno cercando di fottermi.
Inizio a far vedere loro le firme che gli Iraniani incontrati per strada ( compreso un
poliziotto ) hanno lasciato sulla moto e sul mio casco.
Faccio vedere loro la guida turistica, unica "rivista" che abbiamo con noi.
Ed infine chiedo loro se desiderano un sigaro.....
L'ho sempre detto............fumare fa male ma a volte aiuta.........
Uno accetta, l'altro rifiuta.
Gisella rientra dal bagno, io non le do nemmeno il tempo di parlare e le dico:
" stai zitta, non fiatare, sali in moto che andiamo "
Pensando che fossi arrabbiato con lei, non appena ripartiti mi chiede:
che succede ?
Nulla, rispondo io, ma ora non ci si ferma sino all'hotel...........erano del governo...........
diciamo che mi hanno un pò spremuto.........
.............come un limone ...........!!!
Gianni e Gisella    




 

Sole, arsura e burro cacao

Come prima cosa un piccolo preambolo.
Sono giorni che non postiamo più nulla sul blog per un motivo molto semplice e nel contempo.....tanto triste da farci riflettere.
In Iran, i Blog, sono Bloccati e vietati !
Questo per noi è irrisorio, salvo il fatto che per alcuni giorni siamo un pò spariti dalla circolazione. Abbiamo comunque scritto tutte le sere sul
nostro pc portatile in modo da fissare i nostri ricordi e le nostre emozioni.
Ben altra cosa e ben più grave è tutto questo per il popolo Iraniano.
Una privazione della libertà di comunicare, di sapere, di leggere, di esprimere........
E' triste questo, per me è davvero una cosa triste.
Lo si sapeva, oh si certo, sono cose che sappiamo, che conosciamo bene direte voi ...............certo.............magari proprio grazie ad un blog.
14 Agosto, stiamo risalendo verso Nord e come obiettivo di oggi ci siamo dati Kashan
nella parte centrale dell'Iran.
A circa 60 km da Kashan svoltiamo a sinistra e puntiamo verso le montagne per visitare
un paesino posto a 2300 metri di altezza dal nome Abjaneh.
Si tratta di una piccola cittadina costruita con il fango ed arroccata sulle montagne.
Non è una meta ambita dal turismo internazionale, bensì
da quello locale, per questo motivo ci attira molto.
Oggi la temperatura dell'aria è stata qualcosa di inenarrabile e lasciare il deserto posto a
 1300 metri, per salire a più di 2000, sebbene
il caldo fosse ancora tremendamente violento, ci è sembrato di poter respirare nuovamente.
Raggiungiamo il villaggio che nella stagione invernale risulta essere disabitato
oltrechè isolato dalla neve, ed in un attimo veniamo assorbiti
da una realtà che è esattamente quella che desideriamo.......la loro.
I bambini ci corrono incontro e a ruota gli adulti, seguiti poi dagli anziani del paese.
Le donne, chiuse nel loro Chador, sono le ultime ad arrivare, serie e severe sotto i loro
abiti neri.
Una famiglia, composta da 8 persone distribuite sulle tre generazioni, in un attimo ci
coinvolge e ci fa sentire a casa.
Il papà, appartenente alla generazione di mezzo, è l'unico che parla inglese e si disarticola
 la lingua nel tradurre al nonno, alla nonna, alla moglie, alla sorella ma soprattutto ai tre
figli che curiosi ci bombardano di domande.
Si instaura un legame immediato che sfocia in un crescendo di emozioni sino ai
saluti finali.
Gisella ed io quest'anno abbiamo portato con noi dei pennarelli di vernice con i quali far
firmare, in Farsi ( lingua locale ) la nostra moto a tutte
 le persone che ci faranno sentire qualcosa a livello emozionale.
Con loro vado oltre.
Oltre a richiedere loro un firma sulla borsa laterale sinistra, chiedo al mio nuovo amico
un grande favore.
Firmami anche il casco e scrivi sotto una preghiera al vostro Dio, affinchè, parlando con
il mio si accordi su come dovrà proseguire il nostro viaggio.
Nutro due speranze.....
La prima è che si accordino bene senza litigare..........
La seconda è che tutti coloro che hanno scritto qualcosa in Farsi sulla nostra moto
non abbiano deciso di farci uno scherzetto ................
Mi fido, e vado fiero del mio nuovo casco !!
Ripartiamo quando il sole del deserto ancora spinge forte.
Mentre guido mi chiedo se sia meglio viaggiare con la visiera chiusa o aperta.
Se provo a chiuderla, in un attimo, l'interno del casco diventa come un crogiuolo di
 un altoforno e fatico a respirare.
Se la tengo aperta, l'aria bollente che mi arriva in faccia mi asciuga gli occhi all'istante e
fatico a tenerli aperti.
Come non bastasse............io che per anni ho deriso Gisella per via del suo "vizio" di
 portare sempre con se almeno due astucci di
burro cacao per le labbra...........mi devo cospargere il capo di cenere..........
e con aria sommessa, quasi sottovoce dire " hemmmm, mica avresti un pò di burro cacao
 da prestarmi ?".
E Gisella, colma d'orgoglio, pur avendo sentito benissimo, desidera risentire la domanda in modo chiaro, scandito e cristallino.
Vuole che sia un momento epico, così da ricordarmelo ogni qualvolta dovessi
 nuovamente deriderla. HAI MICA UN PO' DI QUELL'INUTILE BURRO CACAO ......PERFAVORE ?
Dico io quasi stizzito.
Le è sufficiente, si gode il momento di gloria e la mia resa incondizionata.
Mi sporge l'astuccio dal quale ormai fuoriesce il burrocacao in forma liquida a causa del
calore.
Siamo sul ciglio della strada, e mentre io cerco di spalmarmelo in modo corretto,
 transita davanti a noi un tipico motorino locale, un Honda 125 cc
con marito e moglie, credo, o comunque un uomo alla guida ed una donna completamente
 coperta dal Chador seduta dietro.
Sorpresi nel vedere la nostra moto ( non ne esistono in Iran in quanto sono vietate al
di sopra di una certa cilindrata ) ruotano il capo e sullo
sfondo vedono una donna che beve, Gisella, ed un uomo che si mette il rossetto, io...........
Non bastava l'umiliazione subita nel chiedere l'immondo e cremoso intongolo a Gisella......
ora mi tocca anche sopportare il gesto di sberleffo della donna la quale, coprendosi il viso
e girandosi verso l'uomo alla guida, mimava il mio fare.
Ad ogni modo, vorrei poter definitivamente dichiarare che ...............il burro cacao............
NON SERVE !
Ho le labbra spaccate !
Ma se io in qualche misura, un pezzetto alla volta, mi sto disintegrando.......
e non ricordatemi che potrebbe dipendere dall'età, grazie !
Questo invece non succede alla terza entità di questo nostro viaggio, ovvero Soraya,
la nostra moto !
Non ne ho ancora parlato e desidero farlo anche per descrivere brevemente alcuni aspetti
preparatori.
Si tratta di una bellissima Aprilia Caponord modello 2013.
E' dotata di sistema ABS, sistema antipattinamento, sospensioni elettroniche e tre
differenti mappature di centralina ( Rain, Touring e Sport ).
Prima di partire ho riflettuto a lungo sul tipo di pneumatici da utilizzare per questo viaggio.
Trattandosi di una moto con i cerch da 17" non avevo molta esperienza.
Inoltre sul posteriore c'è un gommone che permette pieghe da paura.
Peccato che per i nostri lunghi viaggi, purtroppo, le pieghe siano cosa da fare con estrema
cautela.
Decisi quindi, alcune settimane fa, di montare delle tasselate......
Se qualcuno di voi sta per dirmi che sono pazzo, prego si accomodi, c'è già la coda........
Le ragioni di questa scelta sono le seguenti:
Non faremo molto sterrato ma nel caso.......sono più tranquillo
Ho riportato a casa una moto dalla Mongolia con le tassellate, ce la posso fare anche
stavolta.
A parità di durata di una gomma per cerchi da 17" garantisce maggior robustezza alla
 foratura.
In caso di temperature elevate dell'asfalto, e quì in Iran non si scherza affatto, i tasselli
permettono un maggior raffreddamento della gomma.
................e poi..............
Cazzo quant'è bella una moto da viaggio con le tassellate !!!!
Questa scelta, che sino ad ora, ovvero passati i 7000 km dalla partenza, continuo a
sostenere sia stata la migliore, ha però un lato negativo.
Ho dovuto ridurre la minimo l'inserimento dell'Antipattinamento in quanto, sia su sterrato
sia su asfalto in curva, mi tagliava in continuo e non riuscivo a godermi la guida.
Ha un serbatoio abbastanza capiente, che non basterebbe per la Mongolia o per alcune
parti del Sud America, ma per questo viaggio è perfetto.
Sta digerendo senza colpo ferire il carburante, non di certo ottimo, che troviamo lungo la
strada.
La nostra Soraya sta facendo davvero bene la sua parte, non molla mai, come noi !
Un grazie anche a lei, all'Aprilia, al Gruppo Piaggio che costruisce queste motociclette,
che sono Italiane, come noi,
che fanno bene il loro mestiere, come cerchiamo di farlo noi,
che vanno ovunque per il mondo, come noi,
che puntano sempre in avanti senza mai tornare indietro, come noi,
che non si arrendono mai, come noi,
e tutto questo................senza aver necessità di usare il burrocacao !
Gisella e Gianni



Yadz, la città più antica al mondo per respirare un pò di deserto

A circa 450 km a nord est di Persepolis, si trova Yadz, un città costruita con il fango
 pizzicata fra due deserti, di cui, uno è il più caldo al mondo.
In alcuni punti si sono raggiunti i 72 °C e pare che sia l'unico deserto privo di ogni
 sorta di organismo vivente.
E' quì che ci dirigiamo oggi, 13 Agosto, ore 7.00 locali.
Sappiamo che troveremo caldo, tanto caldo, ma siamo pronti e attrezzati.
Abbiamo con noi la Camel Back, uno zainetto contenente una sacca per l'acqua.
Vi consigliamo di utilizzarlo in moto per i viaggi che eventualmente
farete in posti caldi. Con il passare del tempo, l'acqua si scalda divenendo calda
come la camomilla ma in compenso il sapore è quello
tipico dei gas di scarico emessi dai camion sbuffanti.
Ad ogni modo, ci permette di non scendere sotto un livello di disidratazione pericoloso.
In Iran, scordatevi Autogrill, panini con mortadella,  crema di caffè e bagni .....
Occorre entrare nella loro ottica e nei loro modi di pensare e fare.
Ergo...........a volte è meglio non fare !!
Per questo, grazie anche al caldo intenso, talvolta ci troviamo ad andare in bagno
al mattina ed una seconda volta la sera.....
Viaggiamo per ore, scendiamo dai 2500 metri sul livello del mare, ai "soli" 1600,
ma questo è sufficiente per far salire la temperatura dell'aria a 44°C.
Arriviamo a Yadz presto, sono le 3 del pomeriggio.
A quest'ora il mondo da queste parti pare dormire.
 Fa troppo caldo per vivere e le strade sono deserte.
Troviamo un hotel, ci facciamo una doccia e siamo pronti per la visita alla città di fango.
Pare sia la città più antica al mondo in quanto, per più di 7000 anni, è sempre stata abitata.
Sulle case, per fronteggiare il caldo insopportabile, sorgono i Badgir, o torri del vento.
Assomigliano a dei comignoli di grandi dimensioni ed hanno feritoie sui 4 lati.
In realtà il loro scopo non è quello di permettere la fuoriuscita dei gas prodotti dal
fuoco delle case, bensì quello di permettere l'accesso di
aria esterna ( """fresca"""") e ridurre sensibilmente la calura dell'ambiente casalingo.
Siamo soli Gisella ed io mentre, ormai persi fra i mille viottoli che compongono la
città vecchia, giriamo inconsapevoli persino della nostra posizione.
Non ci interessa. Tutto pare essere davvero perfetto e in nessun istante mi sono mai sentito in pericolo da queste parti.
Da queste parti l'influenza del Pakistan si sente in modo molto forte.
Gli uomini sono vestiti con abbigliamento molto simile a quello utilizzato in Pakistan.
Le donne, a differenza della parte nord dell'Iran sono vestite tutte di nero,
coperte completamente a meno degli occhi.
Eppure............nonostante non si veda, ci sorridono e ci salutano tutti.
Mi piace pensare di aver così tanti amici in giro per il mondo.
Mi piace sentire il loro calore anche solo per un'istante.
Mi piace poter dire di essermi sbagliato tutte le volte che ho associato a questa
immagine di donna con il Chador una sensazione di pericolo.
Siamo solo diversi, tutti, molto, fortemente diversi.
Ed io, che spesso guardo il mondo partendo dal presupposto che il mio sia quello
"normale" in realtà dovrei imparare che la normalità non esiste.................per fortuna !
E' tardi ormai.
Gisella ed io siamo seduti sul terrazzo di una stanza di un vecchio caravanserraglio
riadattato in hotel.
Sto per chiudere questo post, e quasi mi dispiace farlo, perchè a chi lo leggerà
 vorrei trasmettere almeno una parte, seppur piccola, di ciò
che i miei occhi vedono.
Non è facile, occorrerebbe essere uno scrittore, o inventare la macchina del
teletrasporto per farvi volare quì, ora.
Ma tu che leggi, magari ci vuoi provare, ed allora immagina.........
Immagina di essere sull'estremo confine di un deserto inanimato.
Immagina di avere sopra la tua testa un numero di stelle tante quante non ne
hai mai viste sommando tutte le notti della tua vita.
Immagina di vivere quel momento che sai, difficilmente, vivrai un'altra volta,
ed ora dimmi...............quanto vale ?
Vale rischiare, vale faticare, vale dire mille volte ce la posso fare,
vale farlo anche quando non ti senti un leone pronto a batterti,
vale perchè se ci riesci, sai che quel momento sarà tuo per sempre,
anche se solo un istante che null'altro è se non un intenso respiro nel deserto.
Gisella e Gianni





Persepolis, non perchè ci piaccia la storia....bensì perchè ci piace viverla !

"On road to Persepolis" così abbiamo voluto intitolare questo viaggio.
Lo diamo sempre un nome ad ogni viaggio, è un pò come sentirlo ancora più nostro,
 viverlo intensamente sino a raggiungere la meta,
e quando questo avviene, emozionarsi e sentire la pelle che increspandosi fa affiorare
 quella strana sensazione di momentaneo appagamento.
Dico momentaneo in quanto, non appena letto il cartello di ingresso alla mitica città,
già avevo la mente proiettata in avanti e la forte tentazione
di chiedere a Gisella " e il prossimo anno " ? Ma non l'ho fatto, prima devo riportare a
casa Gisella, mi devo impegnare affinchè lei sia nuovamente un pò orgogliosa di me,
come io lo sono di lei.
Persepoli dicevo, molto simile a Palmira ( Siria ), si tratta di un sito risalente al 500 AC,
 e mantenuto in buono stato a causa, o forse grazie al fatto
che per secoli è rimasta sommersa dalla sabbia e solo nel 1930 fu scoperta.
Aperta al pubblico solo nel 1990, dopo la fondazione della repubblica Iraniana,
ora è visibile e visitabile.
Personalmente, ai tempi della scuola non ho mai amato la storia, ma toccare quei muri,
essere immerso nell'atmosfera che questo sito emana,
beh, ti fa sentire come se risuonassero ancora le trombe dell'esercito di Serse e
 ti immagini folle di Persiani in armatura pronti a difendere le mura.
E' anche probabile che queste sensazioni siano solo il risultato del caldo torrido che
ad agosto ( bassa stagione in queste parti del mondo )
mi attanaglia e mi asciuga. Non essendo io un guerriero Persiano ma semplicemente
un lavoratore dipendente, sono costretto a giungere
sino quì in agosto, cosa che sconsiglio a chiunque di voi. O almeno,
nel caso non voleste ascoltare il mio consiglio, munitevi di tanta acqua,
come d'altronde da noi fatto, è imperativo non disidratarsi.
Non lontano dal sito troviamo una sorta di camping con bungalow in affitto,
un praticello verde lo circonda e noi ce ne innamoriamo.
Vadano a farsi fottere tutti gli hotel, stasera dormiremo in mezzo alla natura !!!
Così è stato infatti !
Acquistato alcuni "fogli" di pane azimo e una scatoletta di formaggio spalmabile.
Cenato sull'erba appena fuori dal bungalow, sotto le stelle.
Bevuto birra analcolica al sapore di limone e fumato un numero indicibile di sigari.
Ad un tratto, dal buio della notte, sentiamo dei passi.
Nulla da temere, si tratta di una coppia di Iraniani.
Non parlano Inglese ma lui appoggia davanti ai nostri piedi un vassoio contenente
mezza anguria e due fette di torta stracolme di panna.
Momenti come questi, mi mettono di fronte alla condizione di sentirmi estremamente
 povero di spirito.
Io non lo avrei mai fatto !
Non solo, faticavo a comprendere che per loro invece fosse un gesto naturale.
mi hanno commosso in qualche misura. E come unico modo per sdebitarci abbiamo
donato loro un portachiavi con il tricolore Italiano ed un nostro adesivo.
E' notte ormai. Chiudo gli occhi, saluto Gisella e la mente scorre veloce sui luoghi e
sui km percorsi per raggiungere questo nostro, piccolo, traguardo.
Ogni qualvolta sono partito per un viaggio, mi sono sempre sentito forte come
un leone e pronto ad affrontare qualsiasi evenienza.
Per questo viaggio, per un serie di ragioni, non era così !
Essere arrivati sin quì, esserci riusciti, acquista quindi un valore ancor più grande.
Essere a Persepolis, toccare con mano la storia di un popolo, sentire quelle pietre
sotto la mia pelle e pensare che uomini come Alessandro Magno
le hanno a loro volta toccate, per un attimo mi fa sentire forte.
Ma è solo un attimo, quell'istante impercettibile chiamato vita.
Quello che anche i grandi della storia hanno attraversato senza riuscire a
permanervi un solo istante in più di quanto fosse stato loro
permesso di fare.
Solo un uomo quindi.
Ma la forza di un uomo, da che mondo è mondo, è soprattutto la sua donna !
Per questo, ancora una volta,
grazie alla determinazione ed alla forza di chi mi ha permesso di rialzarmi e di combattere,
grazie a Gisella.

Gisella e Gianni